I' ho già fatto un gozzo in questo stento, come fa l'acqua a' gatti in Lombardia o ver d'altro paese che si sia c'a forza 'l ventre appicca sotto 'l mento. La barba al cielo, e la memoria sento in sullo scrigno, e 'l petto fo d'arpia, e 'l pennel sopra 'l viso tuttavia mel fa, gocciando, un ricco pavimento. E' lombi entrati mi son nella peccia, e fo del cul per contrapeso groppa, e ' passi senza gli occhi muovo invano. Dinanzi mi s'allunga la corteccia, e per piegarsi adietro si ragroppa, e tendomi com'arco soriano. Però fallace e strano surge il iudizio che la mente porta, ché mal si tra' per cerbottana torta. La mia pittura morta difendi orma', Giovanni, e 'l mio onore, non sendo in loco bon, né io pittore.
— Michelangelo Buonarroti (1509)